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XTRA 012

La massima espressione della creatività giunge, a mio avviso, con le contaminazioni. Che siano di settore, di tempi, di spazi, basta che si tratti di fusione equilibrata di elementi di diversa provenienza. Up to you Anthology è uno store online che ospita, come prima special collection, designer di fama internazionale di arredo che hanno creato borse uniche nel loro genere. L’ideatore ha scelto di inaugurare la nuova piattaforma coniugando due settori, dando quindi la possibilità ai progettisti di prodotti di interior di contaminarsi con la moda. Il risultato è strabiliante e ha permesso di attirare grande attenzione durante uno dei momenti più delicati di un brand: quello del suo lancio. I viaggi sono invece fonte di inspirazione per la produzione dello studio milanese di architettura e design Яevolution Archstudio che, interiorizzando gli incontri con la natura, le atmosfere, gli spazi urbani che il fondatore ha avuto l’opportunità di vivere in Oriente, ha prodotto una serie di mobili che mescolano materiali e funzioni. I contenitori MS Chang sono realizzati infatti in essenze e pergamena e nascondono, dietro piccoli sportelli, videoproiettori. L’ospitalità incontra invece la storia e la cultura, l’arte e l’architettura nella Galleria Vik di Milano: 89 camere, ciascuna dallo stile unico, arredate secondo un progetto ad hoc che comprende opere d’arte selezionate appositamente. Anche l’offerta gastronomica si unisce all’arte grazie all’esposizione di numerosi pezzi unici all’interno della sala del ristorante. Man’s World Taste Experience è stata un’esperienza che ha mescolato, lo scorso novembre al Superstudio Più di Milano, le eccellenze del made in Italy tra food, design, beverage, sport, moda,automotive, tecnologia. Insomma un’occasione di incontri, eventi e esposizioni che ha valorizzato alcuni tra i migliori brand italiani e presentato una visione sui must dello stile di vita per l’universo maschile. Contaminazioni geografiche sono quelle che si trovano e si possono assaporare al ristorante Gunè di Firenze. Il menu infatti fonde due culture regionali molto forti e popolari, quella toscana e quella lucana. Lo chef trae i suoi input dalla nouvelle cuisine cercando di recuperare il sapore delle ricette antiche. Contaminazioni temporali, culturali, sessuali sono invece quelle dello stile Camp, che trova casa nel settore moda ma anche nell’arredo. Maschio e femmina, presente e futuro, buono e cattivo, cultura alta e bassa. Il fenomeno degli anni ‘60 è tornato e ce lo racconta Cristina Morozzi, giornalista, scrittrice, critica, art director e uno dei massimi esponenti del mondo del design contemporaneo.

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