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Nobuya

Crocevie di culture

Italia e Giappone si incontrano al ristorante Nobuya a Milano, in via San Nicolao, a due passi da Cadorna. Due patrimoni di tradizioni, tecniche e ingredienti che fanno parte della vita dello chef Niimori. Nel menù le proposte omakase: due degustazioni di otto portate ciascuna, di cui una vegetariana. Il termine omakase significa ‘lasciare fare al cuoco’, ed è ciò che in Giappone, alla fine di una dura giornata lavorativa, più si preferisce fare: non prendere decisioni.

“Italia e Giappone in cucina condividono molto, come le cotture lunghe, gli stufati, le fritture, la pasta fresca. Ho scelto di puntare sull’altissima qualità degli ingredienti e sulla lavorazione apparentemente minima, ma tecnicamente superba, per mettere al primo posto i sapori” racconta lo chef Niimori Nobuya.

Gli interior, sviluppati da Maurizio Lai, in collaborazione con Rugiano, azienda di arredamento artigianale di lusso, rappresentano bene la fusione delle due culture. I locali del ristorante ricordano molto le case giapponesi, dai mobili alle pareti simili alle tipiche porte scorrevoli al pavimento in legno a riquadri delle dimensioni del tatami. Alla base del progetto c’è il simbolo della canapa, un portafortuna, sacro nella cultura giapponese, che qui appare stilizzato ed essenziale: la foglia è inscritta in un esagono che corrisponde al numero sei e composta da 12 triangoli e rappresenta l’origine di tutte le forme. È stato scelto come logo del locale ed è riproposto sui piani dei tavoli in legno. Tra i materiali usati, predominano, infatti, il legno e il porfido di Milano. nobuya.it 

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